Salvador Dalì - Piacere e complessità di un genio
Spazio San Paolo Converso, Corso Italia angolo via Santa Eufemia
Salvador Dalì torna a Milano con una interessante e ricca mostra di sculture originali in bronzo. La rassegna - recentemente aperta al pubblico nei suggestivi spazi della chiesa sconsacrata di San Paolo in Converso - presenta fino al 15 dicembre una selezione di fusioni artistiche uniche in Italia.
Le opere fanno parte della produzione che l'artista creò nel periodo tra il 1966 e il 1976, quando il genio surrealista era nel pieno dell'attività creativa., Elefante cosmico, Cavallo e cavaliere che cadono, Uomo sopra il delfino, Cristo di San Giovanni della Croce, Don Chisciotte seduto, Gala Gradiva, Mercurio, fino alla celebre Donna nuda che sale la scala, sono alcuni dei soggetti interpretati dall'inconfondibile estro creativo di Dalì. Sculture di particolare valore in quanto parte della Collezione Clot, ovvero opere commissionate direttamente all'artista dal collezionista spagnolo Isidro Clot per la sua collezione privata.
Per completare il viaggio nel complesso mondo creativo daliniano, ai capolavori tridimensionali si affianca una curata e corposa selezione di opere grafiche, oniriche e graffianti - perlopiù imperniate su temi e testi letterari - che l'artista spagnolo ideò negli anni Sessanta e Settanta.
A far da corollario alla rassegna - unica occasione per i collezionisti interessati all'acquisto di alcune delle opere esposte - gli affreschi e i marmi della sorprendente chiesa cinquecentesca, situata a pochi passi dal Duomo di Milano. È possibile visitare dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 20.00
Tel. 02.860414 / Per appuntamenti riservati Tel. +39 3387309755
Bari: Fino al 5 Dicembre
Kristina Kvalvik - The Wonder of the I
Muratcentoventidue - Artecontemporanea, via G. Murart 122/B
Nei paesi del Nord Europa l’uso del video da parte degli artisti appare massiccio e più che altrove caratterizzato da una pluralità di intenti ed esiti formali.
Protagonista di molti video è la natura vista a volte come grembo, altre come luogo minaccioso.
E la natura è al centro dell’ ultima ricerca di Kristina Kvalvik , messa in relazione con le caratteristiche e i limiti della vita dell’uomo contemporaneo.
I suoi lavori si concentrano su un tema, la rappresentazione di fenomeni naturali ed il rapporto uomo natura, che ha una lunga tradizione nel documentarismo oltre che nel campo dell'arte: la natura è stata in particolare un motivo dominante e soggetto nella storia dell'arte nordica attraverso il ruolo centrale svolto dal genere della pittura di paesaggio nel XIX secolo. Nei suoi lavori l’artista pone l’accento sui limiti della nostra capacità di osservare la realtà e interpretarla, suggerendo che spesso ciò che vediamo è ciò che ci aspettiamo di vedere, frutto della proiezione di desideri e di paure.
Kristina Kvalvik lavora in modo sperimentale, i suoi video infatti contrariamente alla chiusura prospettica dei film d’intrattenimento, presentano una struttura narrativa aperta all’interpretazione dello spettatore ed i suoi personaggi prendono forma dalla prospettiva di chi osserva piuttosto che da quella di chi viene osservato. Inoltre tutti gli elementi classici su cui si basano i film di genere vengono decostruiti e riutilizzati creando un effetto allo stesso tempo familiare e disorientante per lo spettatore.Protagonista di molti video è la natura vista a volte come grembo, altre come luogo minaccioso.
E la natura è al centro dell’ ultima ricerca di Kristina Kvalvik , messa in relazione con le caratteristiche e i limiti della vita dell’uomo contemporaneo.
I suoi lavori si concentrano su un tema, la rappresentazione di fenomeni naturali ed il rapporto uomo natura, che ha una lunga tradizione nel documentarismo oltre che nel campo dell'arte: la natura è stata in particolare un motivo dominante e soggetto nella storia dell'arte nordica attraverso il ruolo centrale svolto dal genere della pittura di paesaggio nel XIX secolo. Nei suoi lavori l’artista pone l’accento sui limiti della nostra capacità di osservare la realtà e interpretarla, suggerendo che spesso ciò che vediamo è ciò che ci aspettiamo di vedere, frutto della proiezione di desideri e di paure.
Infine The Wonder of the I , che dà il titolo alla mostra, è un libro contenente i testi della produzione cinematografica dell’artista nel periodo compreso fra il 2006 e il 2012 ed è anche frutto della sua ricerca sul testo cinematografico. I monologhi in esso contenuti esprimono poeticamente sensazioni di disagio e alienazione di personaggi che sembrano muoversi al confine fra realtà e sogno.
Orari di apertura: dal martedì al sabato dalle 17.00 alle 20.00
Tel. +39 3938704029 - +39 3925985840 / www.muratcentoventidue.com
Di seguito trovate l'opera City Heart
http://www.kristinakvalvik.com/city_heart.html
Di seguito trovate l'opera City Heart
http://www.kristinakvalvik.com/city_heart.html
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